Chi siamo

Martina

Ciao a tutti!

Sono Martina, un’attrice che adora viaggiare e i gatti. Con CatressEye ho combinato tutte queste mie passioni e ho deciso di intraprendere avventure con il mini camper ItaCat. Insieme a Dana, il mio amore, volata sul ponte dell’arcobaleno dopo solo 3 anni e mezzo di vita insieme, i più belli della mia vita.

Ma non ho mai smesso di amare il nostro mini camper e di viaggiare, anche in solitaria. 

A marzo 2023 ho adottato il dolce gattino Sole, che ho salvato dalla strada a Roma, ed è diventato parte della mia vita. Lo porto a passeggio in giardino con la pettorina e il guinzaglio. Potrebbe venire con me nei miei prossimi viaggi, ma è ancora presto per dirlo.

Il 30 aprile dello stesso anno è arrivata Didi, una miciona di 18 anni circa, rimasta improvvisamente orfana e che ha rischiato di trascorrere l’ultimo pezzo di vita nella gabbia di un Gattile. Didi è forte, dolce e saggia … una fonte d’ispirazione!

Infine Loki, adottato dall’Oasi Felina di Trieste, dove sono volontaria quando mi trovo nella mia città. Un cucciolo timido e diffidente, ma di una dolcezza unica.

Devo a Dana il mio amore ritrovato per i gatti e questa passione mi ha portata a fare volontariato presso l’Oasi Felina di Trieste, dove ho trovato una seconda casa e una seconda famiglia. 

Sono felice di condividere la mia passione per i gatti con tutti voi e di raccontarvi le nostre avventure.

ps. Se siete curiosi di sapere cosa faccio e dare un’occhiata alla mia attività professionale, qui potete trovare qualche informazione! martinavalentinimarinaz.it

Dana

Tutto è iniziato con lei e grazie a lei, tutto è cambiato nella mia vita. Non sto solo parlando del progetto CatressEye, ma anche della mia trasformazione interiore. È incredibile come un semplice gatto, come alcuni potrebbero dire, possa cambiare drasticamente la vita di un essere umano. Dana l’ha fatto per me. È entrata nella mia vita durante un momento difficile, e da allora tutto ha assunto un significato diverso e una luce differente. Se sei interessato/a, puoi leggere la nostra storia qui sul nostro sito IO E DANA.

Lei era più di un semplice “animale domestico”. Era una compagna in tutte le avventure della mia vita, nei viaggi e nelle esperienze incredibili. È stata un’amica, un’insegnante, una figlia, una guaritrice e una protettrice. E lo sarà sempre.

Non smetterò mai di ringraziarla e di sentire la sua presenza con me in tutto quello che faccio.

Quindi, anche se CatressEye continuerà ad esistere, sappiate che esiste grazie a Dana e continuerà a farlo in sua memoria.

Sole

Ecco a voi Sole. Vi racconto la sua storia.

Una settimana dopo la morte di Dana, mi trovavo a Roma per uno spettacolo con il mio grandissimo amico, socio collega, Stefano Scaramuzzino. Potete capire il mio stato d’animo, ma per fortuna mi trovavo con delle persone speciali che mi davano energia e l’amore necessari per affrontare le giornate. 

Io e Stefano stavamo tornando a casa in moto dalle prove e notai un esserino peloso sul marciapiede accovacciato sotto il sole. La strada era molto trafficata e sembrava che le persone che camminavano non lo vedessero. Era come se fosse invisibile.

Così dissi a Stefano “oh Ste, mi sa che c’è un gatto che non sta molto bene. Possiamo tornare indietro?”

Da amante degli animali e da persona splendida, non esitò un attimo e facemmo inversione.

Il piccoletto era lì, dolorante, spaventato, con due occhi che erano sinonimo della disperazione. Ci avvicinammo, lui mi guardò e cominciò miagolare disperato. Mi avvicinai e lui provò ad allontanarsi. Notai subito una cosa terribile: trascinava le zampe posteriori.

Sotto il sole, in una zona molto trafficata, un giardino condominiale con dei cani molto grandi che gli abbaiavano contro oltre il cancello. Potete immaginare il terrore di questo esserino.

Cercai subito di prenderlo e  lui non si oppose, anzi, infilò il muso sotto l’ascella come per chiedere aiuto e protezione. Ma il dolore, la confusione e la situazione fecero sì che lui si spaventasse e provasse talmente tanto dolore da mordermi le mani.

Ma questa è un’altra storia che ora non ha più importanza. Oddio, in realtà il mio pollice è rimasto acciaccato, ma non importa, è rimasto attaccato alla mano.

Una volta portato a casa, chiamammo subito la prima veterinaria che venne a domicilio. Dopo una visita ovviamente approssimativa perché non avevamo in quel momento la possibilità di far delle lastre, chiesi di testarlo. Fortunatamente negativo a FIV e FELV. Ma  era in condizioni critiche, con febbre, debolezza e disidratazione oltreché alle probabili e poi accertate fratture al bacino e al femore.

Ma io e Stefano avevamo uno spettacolo da fare e quindi cercammo di organizzare nel miglior modo possibile la situazione.

Non smetterò mai di ringraziare lui e la sua meravigliosa moglie Loredana per il supporto e per aver accettato questa folle avventura in casa loro,  perché mi stavano ospitando. Sono stati a dir poco fantastici, perché hanno fatto in modo che il micio potesse stare bene e di conseguenza anch’io.

Dopo la prima notte nella mia camera in cui lui faceva le fusa e mi chiamava per il dolore e per le attenzioni, il giorno dopo decidemmo di portarlo subito in clinica per capire effettivamente le problematiche. Non mangiava, beveva un po’, e non faceva i bisogni. Eseguite le lastre accertarono che il bacino era fratturato e che c’era la possibilità che non fosse più in grado di fare i bisogni da solo… ma era talmente pieno di vita, di forza e di fiducia nei nostri confronti che decisi di portare avanti la missione e anche con il rischio di dover spremerlo per tutta la vita tre volte al giorno.

Questa clinica non era attrezzata per la degenza ospedaliera per più giorni, quindi trovammo un’altra struttura per lasciarlo lì e farlo stabilizzare per dei giorni fino a quando saremmo partiti per Trieste.

Oltretutto avevamo le prove ogni giorno e lo spettacolo non era nemmeno a Roma, ma a Bracciano, quindi non potevo stare dietro al piccoletto.

I giorni in cui era nella clinica erano davvero tosti perché non potevo andare a trovarlo e ogni volta che chiamavo per chiedere informazioni avevo sempre paura che la situazione precipitasse e che non ce la facesse perché era comunque in pericolo.

Tra l’altro continuavano a dirmi che non faceva i bisogni.

 Finite le repliche dello spettacolo andammo a prendere il piccoletto. dopo aver pagato una somma molto importante mi spiegarono come si tira  la pipì inserendo la siringa nel catetere perché ci aspettava un lungo viaggio in treno: Roma-Trieste.

Sole dormì e fece le fusa durante tutto il viaggio e pensavo di quanto fossi orgogliosa e felice per non aver gettato la spugna e per avergli dato la possibilità di vivere una vita serena con tutti i rischi del caso.

Arrivati a Trieste lasciai subito il piccolo nella clinica perché il giorno dopo l’avrebbero operato e io andai in pronto soccorso per il mio pollice lesionato  durante il recupero di Sole (vi ricordate i morsi di cui vi ho parlato?): avevo una forte infezione in corso che aveva intaccato tendine ed osso, trascurata perché dovevo andare in scena. Risultato:  due mesi sotto antibiotico (nove al giorno). Mi dissero che avevo rischiato la vita e la situazione avrebbe potuto precipitare se avessi aspettato oltre.  Come accennato prima, la situazione non è risolta, ma va bene così, l’importante è che tutto sommato stiamo entrambi bene.

Torniamo a Sole. L’operazione andò bene.  Fu operato nella stessa clinica dove ho visto Dana per l’ultima volta. Credo possiate capire il dolore nel rientrare in quel luogo.

 E così lo portai a casa con i punti, con il collare elisabettiano (che tra l’altro indossava ormai da un bel po’ di tempo già dalla prima clinica di Roma), dolorante ma molto vivace, affettuosa e riconoscente.

Ah! Riprese a fare i bisogni, tutti! e in autonomia.

Dopo un mese di cure, tra antibiotici, antidolorifici ed integratori, iniziò a stare molto meglio, a correre e a saltare (non troppo in alto).

Ha finalmente iniziato una nuova vita, non più da randagio, ma da padrone di casa.

Venuto in famiglia Sole.

Didi

Quando ci è arrivata la notizia di questa micia anziana che rischiava di finire la sua vita nella gabbia di un gattile dopo 17 anni di amore e casa, io e mio fratello non abbiamo avuto alcun dubbio. 

30 aprile 2023

Didi arrivava casa e diventa parte della famiglia. 

Un giorno emozionante, pieno di gioia ma anche (e forse soprattutto) di paure. Non sapevamo nulla di lei, niente libretto, nessuna informazione su cosa mangiasse, se avesse delle patologie, vista la sua età. Sapevamo solo che era rimasta senza mamma, senza casa e senza la sua vita di sempre ed era stata portata in un gattile. Due notti in una gabbia. Non ci ho pensato due volte. Non poteva rimanere lì e d’altro canto le adozioni di gatti anziani non sono così frequenti. Con tutti i rischi, mi son detta ” la nonnina viene via con me”.

La nostra missione è farle vivere quello che le resta circondata da amore, calore e tranquillità, in un’atmosfera di famiglia.

Non me ne abbiate se in quello che scriverò ci sarà praticamente sempre lo zampino di Dana, perché questa è la realtà.

La vita è piena di bellezza e vale la pena viverla appieno. È stata Dana ad insegnarmelo.

E così, secondo le mie possibilità, cercherò di dare più amore possibile. Partendo da Sole e da Didi, con Dana sempre al mio fianco.

Ed ecco, vi presento ufficialmente DIDI, il nuovo membro della nostra famiglia. Della famiglia CatressEye. 

Loki

Signore e signori, ecco a voi Loki, l’ultimo arrivato nella famiglia CatressEye.

Il lavoro mi porta spesso fuori Trieste, ma quando mi trovo nella mia città, svolgo attività di volontariato presso l’oasi Felina di Trieste. Ed è proprio qui che ho conosciuto Loki, un miciotto schivo, un po’ selvatico, timido, spesso allontanato dagli altri gatti e di una dolcezza disarmante. 

Posso solo dire che mi aveva preso di mira… ogni voltaiche entravo in Oasi lui si presentava e iniziava a fare la pasta sul cemento. Una visione che mi faceva sciogliere ogni volta. Si faceva accarezzare, mi guardava con quegli occhioni e quando vidi che anche Garfield, il gatto più buono dell’Oasi e del m ondo intero, gli diede una zampata e un morsicotto, non ebbi più alcun dubbio.

Visita dal veterinario, test e via! A casa. 

Subito rispettoso e dolce con Sole, ora sono gli inseparabili monelli di casa, piccoli delinquenti! 

Ecco il video dell’arrivo di Loki a casa

Se vuoi conoscere il compagno di marachelle di Loki… clicca qui! SOLE

Freya

Freya, l’ultima arrivata nella famiglia CatressEye, è una gatta speciale con una storia incredibile. Inizialmente diffidente e fragile, Freya è stata adottata dopo un periodo di malattia e difficoltà. Nonostante le sfide e le numerose terapie, questa piccola combattente sta continuando a lottare, trasformandosi in una gatta piena di energia e determinazione. Oggi, Freya pesa 3,6 kg, mangia e gioca come una vera guerriera. La strada per la guarigione e l’inserimento con gli altri mici di casa, Sole e Loki, è  lunga e difficile, ma i miglioramenti ci sono.

BENVENUTA PICCOLA!

Segui la sua incredibile storia di resilienza sui nostri canali social!

Ma anche qui, in un articolo totalmente dedicato a lei! La sorprendente resilienza di Freya

 

ItaCAT

Capisco che inizialmente potresti aver avuto qualche dubbio quando hai visto un camper nella tendina CHI SIAMO, inserito tra i membri della famiglia CatressEye, ma lascia che ti spieghi perché la nostra ItaCat è così speciale per noi.

La nostra ItaCat è molto più di un semplice veicolo, è la nostra avventura mobile.

Costruita sulla base di un affidabile Fiat Scudo del 1994, è dotata di tutto ciò di cui abbiamo bisogno durante i nostri viaggi: bagno, letto e tanto altro ancora.

Non è un caso che abbiamo deciso di chiamarla ItaCat: il suo nome unico deriva dal modello originale chiamato Itaca.

Sì, ItaCat è uno dei nostri membri più apprezzati della famiglia.

È la nostra casa itinerante!